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Il Sacrificio del Cervo Sacro (2018) di Y. Lanthimos

24 luglio 2018 | commenta

La trasandatezza di Nicol Kidman è una speranza per la scienza, le dà credibilità quando avanza l’ipotesi di una spiegazione psicosomatica per la malattia dei figli. Si, certo, è invecchiata e necessita attenzione il suo darsi in anestesia totale. L’unico modo per vivere la sessualità coniugale che la porta a dire a Colin Farrell, come la povera mamma di Cogne, al bordo del talamo coniugale…lo puoi uccidere, siamo ancora giovani, possiamo farne un altro (figlio)…
Questa pellicola narra la vicenda di una medicina del corpo sofisticatissima, costosa, di alta integrazione tra macchina digitale e dottore all’indomani della scomparsa della psichiatria nella Medicina americana. Senza psichiatria esiste magia, esorcismo, psicocosmesi. Una medicina del corpo senza medicina della mente. I più attrezzati cervelli medici del più avanzato nosocomio degli States, tutto vetri e massello di noce, non sanno niente di influenzamento, suggestione, effetto placebo, identificazione introiettiva e proiettiva. Al massimo cure palliative. La Ragione conosce il corpo con le sue macchine, ma non sa niente di ciò che è latente e sta tra i corpi e nella relazione dei corpi.
In questi giorni circola in tv The Good Doctor, un eccezionale giovanissimo chirurgo autistico, a maggior gloria dell’ipotesi genetica che le magnifiche sorti e progressive della specie sono affidate alla fenomenica dello spettro autistico.
La vicenda. La vittima di un presunto errore cardiochirugico decide di attuare la giustizia in terra, occhio per occhio, dente per dente. Organizza la vendetta contro il chirurgo e la sua famiglia. Le immagini di esordio mostrano l’organo pulsante durante l’operazione, un cuore che batte, il cuore che ama e che odia è mostrato mentre le mani dell’uomo vincono il male. Il film dimostra che senza lettura del latente umano il medico non riesce ad uscire dalla cultura biblica e la malattia resta religiosamente il male, diabolico, punitivo, onnipotente.
Il chirurgo dice…il chirurgo non commette errori, semmai l’anestesista… e l’anestesista, il suo più grande amico e compagno di infinite ore trascorse davanti e sopra gli stessi corpi, pretende dalla good wife, quella che scopa in anestesia totale col marito, la masturbazione per cederle la cartella di quel caso sbagliato. La moglie vuole sapere e scopre quante ore l’anestesista ha passato a fantasticare la copula con lei. Eppure sono personaggi biblici, agiscono secondo la volontà del dio luterano.
Il ragazzo, figlio del morto, che getta l’incantesimo alla famiglia felice, è l’americano del passato e del futuro, proviene dall’Antico Testamento, una volontà implacabile che agisce la giustizia in terra. Il Signore vuole che noi si compia la sua opera di vendetta, non si può uccidere il padre, non c’è giudice oltre il fiume Pecos che non gli darebbe ragione, ancorché lo condannasse alla galera. La penetrazione e persistenza della cultura biblica è enorme con conseguenze radicali e imitative perfino sui cattolici. Chi ha subito l’uccisione del padre ha il diritto di pretendere la Nemesi a breve giro, subito. Dio ha provveduto a dotare gli uomini delle armi per la difesa personale e la ribellione al destino. La rassegnazione e il perdono non sono molto americani. I papisti hanno corrotto la vitalità dello spirito di frontiera. A Jung, affacciato con lui dalla ringhiera del transatlantico che li sbarca nel porto di Nuova York, Freud dice …non sanno che stiamo portando loro la peste…
Per il primo quarto d’ora Colin Farrell e questo giovane hanno un rapporto di complicità incomprensibile, addirittura non si capisce che è il senso di colpa il motore della relazione, si può pensare alla pedofilia, ma qualcosa non torna. Il chirurgo è padre e marito irreprensibile, respinge pure le avances della mamma del giovane. Il ragazzo vendicatore è della stessa stoffa del chirurgo, una volontà implacabile di impersonare il proprio ruolo in modo sacro, fino al martirio, sono due vittime. L’alleanza tra vittime produce il martirio.
Il giovane viene ammesso in casa, innamora la figlia fresca di menarca e soggioga il figlio che puntualmente manifesta tutte le tappe del corteo sintomatologico che l’angelo vendicatore ha annunciato fino al sanguinamento dagli occhi.
E poi verrà il turno della ragazza e poi della madre. Solo se il capo famiglia ucciderà il capro espiatorio la prognosi infausta si arresterà. La felicità sessuale tra le mura domestiche ha un prezzo pesante per l’uomo giusto. Abramo ucciderà Isacco, il chirurgo uccide il figlio, la volontà del dio che abbatte i bisonti e conquista la prateria, è fatta.

 

Goffredo Carbonelli